CHIESA DELLA BEATA VERGINE IMMACOLATA

 

 

La storia

Il terreno per l'edificazione del Convento venne donato ai Frati Cappuccini dai Fratelli Nanni nel 1857. Nel Luglio del 1859 venne benedetta la prima pietra della Chiesa intitolata a Maria Immacolata.
I lavori furono poi interrotti per nove anni causa il sequestro dei beni degli Ordini Religiosi operato in seguito all'Unità d'Italia nel 1861.
Nel 1874 si arrivò al limite delle prime due cappelle; nei due anni successivi si improntarono tutte e quattro le cappelle e si scalpellarono i pezzi ornamentali, sia per la facciata che per le singole finestre della chiesa. Nel 1877 si completarono le volte e si arrivò alla costruzione dell'altare maggiore e della relativa balaustra. L'anno dopo si aprì la chiesa al culto. La consacrazione risale invece al 1909.
L'attività apostolica dei Cappuccini di Porretta non si limitò ad operare esclusivamente nella loro chiesa, ma diffuse la conoscenza di San Francesco e del francescanesimo in tutto il raggio della loro giurisdizione.

La comunità è stata ritirata nel Dicembre 2011. Chiesa e Convento sono in  gestione temporanea della Parrocchia, ma un padre cappuccino è presente il sabato e la domenica.

 

 

Il grande presepe

Da diversi anni il presepe, già tradizionalmente fatto in chiesa, ha assunto un’importanza notevole per opera dei signori Francesco Mascagni e Leonardo Antonelli, che l’hanno costruito nell’ampio interrato sottostante il piano chiesa. Il presepe di anno in anno si è rinnovato ed esteso di superficie fino ad occupare attualmente 200 mq. La presenza dei visitatori si prolunga da Natale fino ad Agosto, e ora sarà facilitata anche per i disabili essendo stato installato un servoscala per giungere al presepe. Ogni anno la presenza dei visitatori va oltre le 5.000 persone come risulta dalle firme, ma indubbiamente più di un terzo di essi trascura di registrare la propria presenza. Il presepe ha una vasta risonanza, per la quale i due costruttori sono stati invitati a Mosca per costruirne uno. Il presepe di Francesco e di Leonardo è certamente di tipo tradizionale, cioè non si focalizza solo sulla Natività, sulla capanna col Bambinello, come ama fare una rilettura moderna della composizione dei presepi. Benché tanti siano gli episodi di vita quotidiana che il presepe presenta non si ha una divisione tra l'evento Natività e il resto, ma anzi tutto concorre a dare significato al centro del presepe: la Natività. Così il presepe presenta l'irrompere silenzioso di Dio nella storia, nel ritmo della quotidianità della gente; non mancando di presentare i grandi poteri di Erode e del tempio, luogo sacro dove allora non mancavano gravi deviazioni circa l’alleanza con Dio.

Il Verbo eterno della gloria è entrato nella storia silenziosamente circondato solo dal discreto e musicale osanna angelico, udito solo dagli umili pastori.

Il presepe di Francesco e Leonardo non è preoccupato di presentare un convergere massiccio verso la capanna, presenta invece volentieri gente che è del tutto ignara dell'evento della Nascita: c'è chi spacca la legna, chi rimescola la polenta, chi ferra il somarello, chi vende al mercato, chi fa vasellame, ecc; eppure tutto è unitario, tutto poggia sul mistero della Natività. Le navi che solcano il lago, l'uomo che taglia la legna, il soldato romano con la sua armatura, il “dormiglione” stesso, sono all'ombra della Provvidenza, che ha come centro e fonte il mistero di Cristo.

Anche gli ignari, anche i piegati alla terra dai loro egoismi, rientrano nella misericordia di Dio.

Il Potente, fattosi debole per amor nostro, ha di fronte a sé una realtà immensa e difficile da conquistare e si presenta armato del suo solo amore: ha di fronte il potere politico; ha di fronte il tempio, che dovrebbe aspettarlo, ma che si figura un Messia molto diverso da lui.

Il presepio di Francesco e Leonardo si articola con una configurazione territoriale di grande libertà rispetto alla geografia reale della Palestina, per presentare una scansione di tre grandi prospettive: la prima, a destra di chi entra, riguarda il paesello di Nazareth, del quale viene presentata la borgata e la vita quotidiana, ai piedi di montagne. La prospettiva centrale riguarda Betlemme, dominata a sinistra dal palazzo di Erode, mentre a destra, lontano, si ha un tempio pagano segno del culto idolatrico dei dominatori romani. Nella prospettiva a sinistra, l'ultima, si ha la città di Gerusalemme, con le mura e il tempio; nello sfondo il mare di Galilea solcato da navi. Tra lo scorcio di Betlemme e quello di Gerusalemme è collocata la capanna della Natività.

La scansione, come è facile capire, segue l'ordine degli avvenimenti: innanzitutto Nazareth, luogo dell'annunciazione, poi Betlemme, terra della nascita di Gesù, infine Gerusalemme e il lago Tiberiade, luoghi forti della vita di Gesù.

Tutto è presente: il potere di Erode servo fedele dell'impero di Roma; il potere religioso del tempio di Gerusalemme; la vita quotidiana; la Natività nella capanna.

Il presepe di Leonardo e di Francesco, nella sua freschezza compositiva, è ricco di narrativa e di sapienza, a cui fa da supporto un insieme elettronico imponente che determina il susseguirsi degli effetti legati all'alba, al giorno, alla sera e alla notte. Decine e decine di funzioni vengono regolate da un computer: l'attività di lavoro, l'illuminazione notturna, il temporale, i tuoni, i fulmini, la neve, la cometa, le stelle, l'arcobaleno, il pianto del Bambinello, la musica delle zampogne, i movimenti delle statuette, ecc. .....

  • Orario visite:  da Natale al 31 gennaio Ore 9-12 e 16-18

               da Febbraio al 15 Agosto solo la Domenica Ore 16-18

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